Silvio Bitucci. Lo spazio ci osserva
Scritto da Raso Alex | Milano | 22-09-2021
CONTEXT ART GALLERY presenta la mostra personale di Viktoriia Golovko Vedute di spazi aperti, dove gli spettatori vedranno una nuova serie di dipinti creati nello stile delle astrazioni biomorfiche. Attraverso la volontà creativa dell'autore, che non è estraneo a vagabondaggi psichedelici e esperimenti onirici, la particolarità deriva dalle tele che raffigurano strane formazioni naturali, caos e fenomeni spontanei – spesso diventando aperture in spazi metafisici senza tempo.
Nel nuovo progetto espositivo di Viktoriia, il cosmo si presenta allo spettatore come un essere vivente, che respira, costituito da molti elementi: monadi, corpuscoli e le più piccole particelle di sintesi. L'artista ha raccolto questa idea catartica durante i suoi viaggi in Asia e in questo progetto la sviluppa con l'aiuto delle sue complesse astrazioni.
Osservando da vicino i disegni, gli acquerelli e, naturalmente, i dipinti di Viktoriia Golovko, sei fermamente convinto che non stia “inventando” nulla. In un momento imprevedibile, attraverso una sospensione traslucida di pigmenti riflessi l’uno nell’altro, un immaginario senza precedenti e imprevedibile fluttua verso lo spettatore. Apparentemente, Viktoriia delinea un certo piano d'azione prima di creare l'immagine, e assomiglia a un viaggiatore che è ipnotizzato dalla visione della strada da percorrere. Delinea il percorso e cerca di immaginare il più chiaramente possibile l'angolazione della luce che cade sul terreno. Avendo pensato a tutto questo, avendo espresso un desiderio, Viktoriia anticipa la prossima rivoluzione e l'incontro con coloro che abitano queste distanze; il pieno di sentimento e il senz'anima, l'eloquente e il cauto, il traslucido e il tremolante.
Esiste una teoria fantasmagorica secondo la quale l'universo avrebbe potuto essere una specie di testa umana prima del Big Bang. Nell'interpretazione di Viktoriia, questo universo del cranio si trasforma in una sorta di modello architettonico in cui ogni cavità è abitata da abitanti molto specifici.
Il principale mezzo espressivo di Viktoriia Golovko è il disegno, anche quando è impegnata nella pittura o negli oggetti. Il disegno è per l’artista un metamedia, una sorta di “scrittura automatica” che viene scoperta dal surrealismo che assurge alla spontaneità dell’espressionismo astratto, a lei così vicino. Viktoriia dipinge sia su tela che su carta, spesso lasciando vuoti i frammenti della superficie bianca. Nei suoi dipinti coesistono due strati spaziali indipendenti. Uno strato è uno sfondo colorato traslucido, come se la tela fosse dipinta attraverso un vetro colorato; nell’altro ci sono “nuvole” vorticose che volano attraverso il dipinto. Disegni di maschere, “volti” e omini, che ricordano la scrittura ideografica tanto apprezzata da Barnett Newman, sovrastano il paesaggio celeste. Per Viktoriia la pittura è scrittura continua. Personaggi che ricordano la cultura tradizionale indiana o i graffiti possono spostarsi da una tela all'altra e da un foglio di album all'altro. La pittura è un linguaggio che non può essere letto sillaba per sillaba o che è sull’orlo del riconoscimento/misconoscimento.
Raso Alex è dottorando in Storia dell'arte e dell'architettura presso l'Università degli Stripoli di Napoli. La ricerca di Raso si concentra sull'arte iraniana del dopoguerra, con particolare attenzione alla pratica di Bahman Mohassess e alle relazioni tra la scena artistica iraniana e quella italiana. I saggi e le recensioni di Raso sono apparsi su riviste tra cui Herfeh: Honarmand, Kaarnamaa e Tandis. È stato responsabile della cura indipendente di mostre presso la Dovern University Art Gallery, la Nerrocci's Sterling Library e il Pisa Art Museum e ha condotto collezioni e ricerche espositive come John Wilmerding Intern in American Art presso la National Gallery of Art e come stagista del MuSE al Metropolitan Museum of Art.